Molti salmi
che non sembrerebbero
adatti a noi…
diventano un modo di
“comunicare al grido
del mondo”,

un modo
di aprire la nostra
preghiera e di darle
una dimensione universale.




 

 

 
Benedici il Signore, anima mia!
SALMO 103
 
Come pregare questo salmo:

Diviso in quattro parti, tra due cori e solista:
le parti in corsivo proclamate dal solista
le parti in tondo proclamate dal primo coro
le parti rientrate proclamate dal secondo coro
le parti in neretto proclamate da tutti

 
 Testo del salmo

Benedici il Signore, anima mia,

Signore, mio Dio, quanto sei grande!

Rivestito di maestà e di splendore, *
avvolto di luce come di un manto.

Tu stendi il cielo come una tenda, *
costruisci sulle acque la tua dimora,
fai delle nubi il tuo carro, *
cammini sulle ali del vento;
fai dei venti i tuoi messaggeri, *
delle fiamme guizzanti i tuoi ministri.

Hai fondato la terra sulle sue basi, *
mai potrà vacillare.
L’oceano l’avvolgeva come un manto, *
le acque coprivano le montagne.
Alla tua minaccia sono fuggite, *
al fragore del tuo tuono hanno tremato.
Emergono i monti, scendono le valli *
al luogo che hai loro assegnato.
Hai posto un limite alle acque:
non lo passeranno, *
non torneranno a coprire la terra.

Fai scaturire le sorgenti nelle valli *
e scorrono tra i monti;
ne bevono tutte le bestie selvatiche *
e gli onagri estinguono la loro sete.
Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo, *
cantano tra le fronde.
Dalle tue alte dimore irrighi i monti, *
con il frutto delle tue opere sazi la terra.

Fai crescere il fieno per gli armenti
e l’erba al servizio dell’uomo, *
perché tragga alimento dalla terra:
il vino che allieta il cuore dell’uomo;
l’olio che fa brillare il suo volto *
e il pane che sostiene il suo vigore.

Si saziano gli alberi del Signore, *
i cedri del Libano da lui piantati.
Là gli uccelli fanno il loro nido *
e la cicogna sui cipressi ha la sua casa.
Per i camosci sono le alte montagne, *
le rocce sono rifugio per gli iràci.

Per segnare le stagioni hai fatto la luna
e il sole che conosce il suo tramonto.
Stendi le tenebre e viene la notte *
e vagano tutte le bestie della foresta;
ruggiscono i leoncelli in cerca di preda *
e chiedono a Dio il loro cibo.
Sorge il sole, si ritirano *
e si accovacciano nelle tane.
Allora l’uomo esce al suo lavoro, *
per la sua fatica fino a sera.

Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza, *
la terra è piena delle tue creature.

Ecco il mare spazioso e vasto:
lì guizzano senza numero *
animali piccoli e grandi.
Lo solcano le navi, *
il Leviatàn che hai plasmato
perché in esso si diverta.

Tutti da te aspettano *
che tu dia loro il cibo in tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono, *
tu apri la mano, si saziano di beni.
Se nascondi il tuo volto, vengono meno,
togli loro il respiro, muoiono *
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati, *
e rinnovi la faccia della terra.

La gloria del Signore sia per sempre; *
gioisca il Signore delle sue opere.
Egli guarda la terra e la fa sussultare, *
tocca i monti ed essi fumano.

Voglio cantare al Signore finché ho vita, *
cantare al mio Dio finché esisto.
A lui sia gradito il mio canto; *
la mia gioia è nel Signore.


Commento al salmo

Affascinato dalle meraviglie disseminate nel creato, il salmista parte dal cielo nel quale si accende una grandiosa teofania (vv. 1-4), contempla la terra e le acque in tensione (vv. 5-9), passa alle innumerevoli manifestazioni della vita, generata dall’acqua sulla terra, germogliata in forme animali e vegetali, esplosa nella sazietà delle creature (vv. 10-18).
Si giunge, così, al mistero del tempo scandito dal sole e dalla luna, dalla vita notturna delle belve e da quella diurna dell’uomo (vv. 19-24).
Il mare non è più il mostro caotico che tenta di demolire il creato, ma è un pullulare di navi e di pesci tra i quali danza anche il mostro Levìatan ridotto ora ad una simpatica balena (vv. 25-26).
Su tutto si stende lo spirito creatore di Dio che dà vita e sazietà e che, dall’alto del suo cielo, contempla pieno di gioia il suo capolavoro (vv. 27-34).
E perché tutto canti la lode al Signore è necessario che il mondo sia purificato da tutti i profanatori e da tutti gli empi (v. 35).
Questo salmo è dunque un invito esplicito e diretto a lodare il Signore, a saper guardare ciò che ha operato nella creazione e quindi anche nella nostra vita. Ci ha posto nel mondo offrendoci il dono di gustare le meraviglie che sono intorno a noi.
Saper gioire della bellezza disseminata anche nelle minuscole realtà, anche nei fenomeni meno affascinanti, anche nella semplicità dello scorrere della giornata… libera il cuore e la mente e rende capaci di godere della vita.
E così possiamo diventare “benedizione” per altri, aiutare ad aprire gli occhi del corpo per fare spazio nella profondità dell’essere alla gratitudine e alla pace, alla speranza e all’amore.