


Gesù, ancora una volta commosso profondamente,
si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra.
Disse Gesù: «Togliete la pietra!».
Gli rispose Marta, la sorella del morto:
«Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni».
Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?».
Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse:
«Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato.
Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato».
Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!».
Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario.
Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Cf. Gv 11,17-53
Con il racconto della resurrezione di Lazzaro Cristo si rivela come «Io-sono vita e resurrezione».
Gesù chiede: «Dove l’avete posto?», chiede dov’è l’amico Lazzaro. Gli viene risposto: «Signore, vieni e vedrai». Gesù obbliga a prendere coscienza della morte, a non nasconderla. È come se ripetesse a ciascuno di noi la prima domanda che Dio propone all’uomo: «Dove sei?». Prendi coscienza del tuo sepolcro, del tuo esilio, del tuo peccato. Ma non per chiuderti, non per fuggire nascondendoti. Sembra però riecheggiare anche l’altra domanda: «Dov’è tuo fratello?».
Se Gesù ai discepoli di Giovanni che gli chiedevano: «Dove dimori?» risponde «Venite e vedrete», qui altri rispondono a lui: «Vieni e vedi».
Vieni a vedere la morte, quella che per noi significa la fine di ogni speranza.
Vieni e vedi il tuo amico che è però anche nostro amico, nostro fratello. Vieni e vedi la realtà in cui vive. E Gesù chiama Lazzaro per nome: il Signore della vita chiama il suo amico da morte a vita… «Lazzaro! Qui fuori!»: l’urlo di Gesù è un ordine e Lazzaro esce, ancora avvolto dal sudario, legato ai piedi e alle mani con bende.
Questo sudario e queste bende saranno lasciati lì, segno di ben altro sudario e bende che Maria di Magdala e gli apostoli troveranno nel sepolcro vuoto!
Ma questo miracolo produce due diverse reazioni: alcuni credono, altri deliberano di ucciderlo.
Alcuni, per la fede, ricevono la vita: «Chi crede in me, anche se muore, vivrà». Altri decidono di non ascoltare, non vedere e rimangono chiusi nei loro sepolcri.
Oseremo ascoltare questa voce che ci chiama ad uscire dalla paura della morte, dal sepolcro del peccato, dalla tomba della lontananza di Dio?
Oseremo divenire pienamente partecipi della sofferenza umana e prendere per mano Gesù e supplicarlo di venire e vedere? Oseremo, dunque, intercedere per i nostri fratelli e le nostre sorelle… imparando così a pregare secondo il cuore di Dio?