Caterina de’ Ricci 
(1522-1590)

Alessandra de Ricci, nobile pratese, a 13 anni chiese di entrare nel Monastero Domenicano di S. Vincenzo, dove si conduceva vita contemplativa sotto la Regola del Terz’Ordine; prese il nome di Caterina.
Suor Caterina pareva matta e molto strana: distratta, lenta, smarrita nel compiere le incombenze che le venivano affidate, soggetta a continue infermità e sofferenze improvvise che repentinamente terminavano. Il merito di queste guarigioni straordinarie fu di Girolamo Savonarola, morto nel 1498, che venne implorato dalle consorelle e che apparve alla malata.
Per obbedienza al padre spirituale rivelò il motivo di tutto questo: aveva estasi e visioni, e per dodici anni rivisse sul suo corpo la passione di Gesù Cristo sino a ricevere le stimmate. Nel pieno periodo della Riforma, Principi e Prelati cercavano consigli dalla religiosa. Per opera sua avvenivano numerosi miracoli e conversioni dei cuori.
Ebbe anche frequenti dialoghi epistolari con i futuri santi Carlo Borromeo, Filippo Neri, Maria Maddalena de’ Pazzi e lo stesso Pontefice Pio V.
A trent’anni fu eletta Priora, carica che le fu rinnovata altre sei volte, con i dovuti anni di avvicendamento, secondo le norme di quel tempo. Disimpegnò questo incarico di grande responsabilità e sacrificio ogni volta con vero spirito di servizio e dedizione amorevole.
Giunta vicino ai settant’anni, la figlia di Pier Francesco Ricci manteneva intatto il suo giovanile entusiasmo, il suo spirito arguto, il suo tratto affabile, la sua intima unione con lo Sposo Crocifisso.
Il 23 gennaio 1590 fu assalita da violenti dolori che la costrinsero a letto; all’alba del 2 febbraio lasciò questo mondo per unirsi a Dio, suo unico pensiero.
“La Santa di Prato” fu canonizzata nel 1746 da Benedetto XIV. I resti del suo corpo sono rimasti e conservati nel Monastero dove abitò.

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