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L’Ordine dei Predicatori a cui noi apparteniamo, è stato confermato ufficialmente dal Papa Onorio III con una prima Bolla di approvazione il 22 dicembre 1216. Tale documento è indirizzato a san Domenico, da cui ha preso avvio questa “avventura”.

Nel 2016 abbiamo celebrato, appunto, 800 anni di fondazione.

Sembra che Domenico originariamente non avesse intenzione di fondare un Ordine, ma solo di poter svolgere il ministero di predicatore a tempo pieno, come un compito specifico, in modo organizzato, lui e i suoi compagni.

L’idea di Ordine sembra essere stata suggerita da Papa Innocenzo III.

All’inizio l’idea di Domenico era solo di costituire una casa di predicazione.

Domenico rimane talmente colpito dall’impatto con l’eresia che sarà per tutta la sua vita qualcosa che si porta in cuore e segna la sua preoccupazione e azione missionaria. Non si può considerare Domenico al di fuori di questo orizzonte, anche se la sua opera e missione non si esaurisce in quello.

Nel 1214, riceve dal vescovo Folco la proposta di costituire un gruppo stabile di predicatori, con un radicamento nella diocesi, tramite la donazione di una casa dove stabilirsi. Prima sarà la casa di Pietro Seilhan (1215), poi la cappella di S. Romano (1216). Questa novità è di importanza capitale perché è, in qualche modo, un abbozzo di inizio dell’Ordine. Essere un gruppo stabile di predicatori implica alcuni elementi che orientano verso la costituzione di un vero e proprio Ordine:

  • Una vita in comune e quindi la necessità di una osservanza regolare
  • Una formazione teologica adeguata (intellettuale/scolastica fondata sul Vangelo)
  • Un ampliamento dell’obiettivo della missione

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Effettivamente, Domenico chiede ai suoi uno stile di vita che esprima fede e preghiera, amore al Vangelo, esempio di rinuncia volontaria…

Inoltre, si preoccupa di formarli nella teologia inviandoli nelle Università e dando assoluta importanza allo studio.

Infine, non si concentra più solo sull’eresia, ma nel rafforzamento della fede dei credenti. Sembra aver preso l’ispirazione dal contatto con i catari. Infatti, tutti gli elementi che caratterizzano la fisionomia della piccola comunità originaria – che saranno confermati, con delle precisazioni e ampliamenti, nella fondazione dell’Ordine – sembrano essere stati attinti dall’esempio dei catari.

Emerge molto chiaramente come Domenico si lasci guidare dagli eventi, ma con una capacità decisionale propria e con una determinazione che dice la forza del suo carattere e della sua volontà.

In questa luce si può leggere il passaggio – dopo soli due anni – da una organizzazione a livello diocesano al costituirsi in un Ordine a livello di Chiesa universale, con la dispersione dei frati che invia alle Università di Parigi e Bologna e anche a fondare nuovi conventi.

E il suo stile di predicazione – umile, evangelico e teologicamente fondato – rimarrà lo stile del suo Ordine.

Saranno riconosciuti dal Papa come coloro ai quali è affidato il compito di annuncio della Parola di Dio predicata nell’abiezione della povertà volontaria, compito riconosciuto come loro proprio rispetto ad altri.